La storia dell'Angelo Custode.

dak paese dei bambini che sorridono.

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  1. piccolettadellacasa
     
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    La storia di un Angelo Custode.


    C'era una volta, e c'é ancora adesso, un angelo custode. Era un angelo come tanti altri, ma era molto triste perchè era custode e protettore di un bambino così discolo che non si era mai visto, si chiamava Paolo. Paolo era svogliato, disubbidiente, qualche volta cattivo e tutte le volte il suo angioletto si disperava e non sapeva più come fare per trattenerlo. Finché un giorno ebbe un'idea grandiosa. Chiese un colloquio con Dio e quando si trovò alla sua presenza espose la sua proposta.

    Chiese il permesso di scendere sulla terra e di parlare con Paolo sicuro in questo modo di riuscire a convincerlo a cambiare vita. Dio ci pensò un po' su ed infine accordò all'angioletto il permesso di fare quest'ultimo tentativo, ma con la promessa di non toccare la terra con i piedi, altrimenti non avrebbe più potuto risalire in cielo. L'angioletto allora chiese timidamente come avrebbe fatto a non poggiare i piedi per terra, ma Dio non fece altro che sorridere facendo gli auguri di buona fortuna. L'angioletto cominciò a girovagare per il cielo volando da una nuvola all'altra pensando a come poter scendere sulla terra mantenendo i piedi separati da essa. Ad un tratto fu attirato dal vociare di alcuni angeli che stavano giocando su di una nuvola attrezzata con un'altalena. Immediatamente capì che aveva trovato lo strumento adatto per la sua missione. Aiutato dagli altri angioletti riuscì a costruire un' altalena con le corde lunghe dal cielo alla terra. L'angioletto si accomodò sul sedile e si raccomandò con gli amici di farlo scendere lentamente e poi di trattenere le corde fino al suo segnale di risalita. Per l'occasione aveva vestito il suo abito migliore, quello delle grandi occasioni, un frac tinta nuvola completo di bastone e cappello. Cominciò la discesa finché non si trovò sospeso a mezz'aria in attesa di Paolo. E Paolo non si fece attendere; incuriosito dal personaggio così strano subito si avvicinò domandando chi fosse e come mai avesse la faccia così triste.

    L'angioletto iniziò la sua storia da quando era stato assegnato come suo custode elencando tutti i dispiaceri che aveva passato per colpa sua, e ad ogni nuova avventura aggiungeva un granellino di sabbia sulla piccola bilancia che teneva in mano, la quale pendeva inesorabilmente in un solo senso. Paolo lo ascoltò con attenzione; ma lui era furbo; non era mica un bambino che credeva agli angioletti, e così con una alzata di spalle fece per andarsene. L'angioletto disperato vedendo sfuggire il suo protetto cominciò a chiamarlo dicendo che non poteva scendere dall'altalena in quanto non sarebbe più potuto risalire. Paolo si fermò; tornò indietro, guardò l'angioletto in lacrime e gli disse che gli avrebbe creduto se gli avesse fatto vedere il cielo sopra le nuvole. L'angioletto ci pensò un poco su, poi decise che una vita salvata valeva pure una sgridata del "Capo". Fece salire Paolo sull'altalena e diede ordine ai suoi amici di tirare su. L'altalena non si mosse. L'angioletto gridò più forte; niente; come prima. Paolo stava per prendersi la sua rivincita quando l'angelo cominciò ad arrampicarsi su una delle corde. Svelto come un gatto anche lui lo seguì dall'altra corda ed insieme salirono fino alle nuvole. Quando arrivarono su, videro che gli amici erano tutti addormentati e quindi non avevano udito il comando di risalita. Ma se loro avevano lasciato le corde dell'altalena, come mai non era caduta sulla terra ? I due si accorsero allora che le corde proseguivano in alto, su un'altra nuvola.

    Ripresero a salire, arrampicandosi finché non spuntarono dall'altra parte. Si trovarono di fronte al "Capo" che aveva le corde dell'altalena legate ad un dito e li guardava sorridendo. Paolo che era davanti si voltò indietro in direzione dell'angioletto per chiedere spiegazioni e con immenso stupore si accorse che il viso dell'angelo era diventato uguale al suo, come una goccia d'acqua. A quel punto capì tutto, capì che era tutto vero quello che aveva ascoltato dalla bocca dell'angelo, capì che era di fronte a Dio e capì che di fronte a Dio tutti gli angeli custodi sono visti con lo stesso volto degli uomini di cui sono custodi sulla terra. Ridiscese trasformato, e cominciò a mettere in pratica quello che tutti gli avevano insegnato e lui non aveva mai seguito. Un giorno ripassò nel luogo in cui aveva incontrato l'angelo e ci trovò ancora l'altalena. Si sedette e cominciò a dondolarsi, felice di sentirsi cullato dalla mano di Dio. Guardò in alto e vide sopra la nuvola il "suo" angioletto sorridente con in mano la stessa bilancia del primo incontro; questi cominciò a versare la sabbia del piatto su Paolo trasformandola in una pioggia di polvere dorata che ricoprì il suo cuore e lo riempì di felicità.

    Oggi Paolo non ha più bisogno di andare a dondolarsi sull'altalena per sentirsi vicino al Padre che é nei cieli, ma ancora oggi i suoi bambini prima di addormentarsi alla sera vogliono ascoltare la stupenda avventura del loro papà e del "suo" angioletto.
     
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  2. piccolettadellacasa
     
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    Tratto dal libro “Angel Therapy” di Doreen Virtue

    Traduzione: Mariù per animeradianti.com

    A volte mi capita di incontrare persone e vedere che sono circondate da un folto gruppo di angeli. Sempre mi fermo e chiedo loro se sono stati loro a chiamarli di proposito. La risposta è sempre si, “Si, ho chiesto di essere circondata dagli angeli”.

    Più noi chiamiamo gli angeli e più loro vengono in nostro aiuto.

    Gli angeli vogliono stare intorno a noi e hanno il grande desiderio di aiutarci. La nostra gioia gli da enorme piacere. Però non possono venire in nostro aiuto se non siamo noi a chiederlo. Una legge universale che vincola gli angeli dice: “Nessun angelo interferisca con la vita di un umano se non espressamente richiesto, con la sola eccezione del caso in cui la vita stessa è in pericolo. Un angelo non prenderà decisioni al posto di un umano, ma quando richiesto l’angelo potrà offrire consigli e modi diversi di guardare a una situazione.”

    Per questo motivo un angelo può richiamarvi all’attenzione e incoraggiarvi, e può creare una miracolosa coincidenza per voi. Tuttavia un angelo non può aiutarvi fino a quando non scegliete di accettare il suo aiuto per via del vostro libero arbitrio.

    Per chiamare l’aiuto di un angelo non è necessaria una formale invocazione attraverso una qualche cerimonia. Dio e gli angeli non sono complicati; la loro natura è di puro e semplice Amore. Solo il nostro ego crede che la spiritualità sia complicata, perché non riesce a comprendere come qualcosa di così grande e potente sia facilmente accessibile da tutti istantaneamente. Eppure, è proprio così.

    Gli angeli ascoltano le preghiere dei vostri cuori e anche con la sola richiesta mentale si precipitano al vostro fianco. Potete anche chiedere intenzionalmente per molti più angeli di stare intorno a voi o intorno ai vostri cari. Genitori possono chiedere di avere baby-sitter angelici che guidino e proteggano i loro bambini durante il giorno. Se un vostro caro sta viaggiando, chiedete all’Arcangelo Raffaele e agli angeli di salvaguardare il suo viaggio. Chiedete agli angeli di aiutare i vostri amici che hanno bisogno di conforto e sostegno.

    Ecco alcuni modi per poter chiamare gli angeli:

    Scrivere una lettera agli angeli
    Aprite il vostro cuore completamente e confidate loro tutta la vostra confusione, le vostre ansie e i vostri dolori. Non trattenete nulla, così gli angeli possono aiutarvi meglio.

    Visualizzazione
    Visualizzare gli angeli è un modo potente per richiamarli al vostro fianco. Visualizzate gli angeli che volano intono a voi e a coloro che amate. Visualizzate potenti angeli che si affollano intorno a voi. Immaginate la stanza dove vi trovate piena di moltissimi angeli. Queste visualizzazioni sono potenti invocazioni che creano la vostra realtà.

    Gli angeli di solito sono radiante luce d’amore e non hanno un corpo fisico. Tuttavia possono assumere un aspetto fisico proiettandoci un immagine mentale se questo ci può aiutare meglio. Se visualizzerete grandi e raggianti cherubini o una bellissima donna angelica, gli angeli assumeranno quella forma per aiutarvi a riconoscerli.

    Chiamare gli angeli con la mente
    Pensate tra voi, “Angeli, per favore aiutatemi”, e loro saranno con voi in un istante. Se siete sinceri nella vostra chiamata, gli angeli sentono il vostro mentale grido d’aiuto immediatamente. Potete anche esprimere la vostra richiesta come un’affermazione: “Ho centinaia di angeli intorno a me in questo momento” oppure “Angeli, sono in pena adesso ed ho bisogno del vostro aiuto”. Potete chiedere a Dio di mandarvi angeli o potete chiamare gli angeli direttamente.

    Parlare con gli angeli ad alta voce
    Potete verbalizzare ogni richiesta e qualche volta lo facciamo anche inconsciamente, come quando diciamo: “Oh mio Dio!”, nei momenti di angoscia. Spendere del tempo da soli in quiete, specialmente all’aperto in natura, è una splendida opportunità per avere una verbale conversazione con gli angeli.
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1 replies since 2/8/2009, 00:04   3100 views
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