ENDOGLINA

Nuovo marker del tumore prostatico

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  1. acquadimarea
     
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    Un nuovo marker del tumore prostatico


    Endoglina è il nome del nuovo biomarcatore scoperto nel sangue dei soggetti con tumore della prostata. Nulla a che vedere con il PSA. Si tratta infatti di un marcatore che prevede con accuratezza la diffusione del tumore al di fuori della propria sede originaria. È quanto sostiene un gruppo di ricercatori americani dell'università del Texas in un articolo su Clinical Cancer Research. Dunque una ulteriore indicazione per il chirurgo che potrà praticare una chirurgia più radicale anche quando, in presenza di un carcinoma localizzato, Risonanza e Tac abbiano escluso la presenza di metastasi ai linfonodi pelvici (iliaci e otturatori).
    "Per il carcinoma della prostata", ha detto l'autore dello studio Shahrokh F. Shariat, "esistono dei limiti nel classificare il rischio in questi pazienti prima di un intervento. Attualmente utilizziamo l'antigene prostatico specifico, il Gleason e l'esplorazione rettale, ma il valore predittivo di questi tre elementi è insufficiente per la previsione della diffusione del cancro. Per questo ci sembra importante l'utilizzo della endoglina".
    Lo studio è stato condotto su 425 pazienti con tumore prostatico localizzato e sottoposti a prostatectomia radicale e linfadenomectomia pelvica. I ricercatori hanno misurato i livelli plasmatici di endoglina con un semplice metodo attualmente in commercio (metodo Elisa) e hanno osservato che livelli plasmatici più elevati di questa sostanza erano associati ad un aumentato rischio di localizzazione del tumore a livello dei linfonodi. In particolare è stato accertato che per l'aumento di 1 ng/ml di plasma di endoglina il rischio di diffusione del cancro ai linfonodi era aumentato del 17%. Poi hanno correlato l'endoglina ai valori predittivi già esistenti come PSA e Glaeson, caratterizzato da un punteggio da 2 a 10 (scala di Glaeson). In questi casi la percentuale di precisione nel predire la presenza di metastasi ai linfonodi era salita dal 89,4 al 97,8% con endoglina.
    "Un' "arma" in più", commenta Giorgio Carmignani, presidente della Fondazione LUNA, l'anima scientifica degli urologi Italiani, "di cui il chirurgo dovrà servirsi per asportare i linfonodi sospetti ma da utilizzare soprattutto come strumento per scegliere, in caso di valori bassi, di risparmiare i linfonodi, evitando così fastidiose complicazioni. Si spera che in futuro questo marker possa essere utilizzato anche nel follow up dei soggetti operati".
    Infine, l'endoglina si è dimostrata una "spia" nei tumori di colon e seno. E sembra essere un elemento importante nella diagnosi precoce della preeclampasia (ipertensione in gravidanza con proteinuria, dopo la 20.ma settimana) che può risultare fatale proprio per la gestante. Identificare questi soggetti a rischio per cogliere la malattia all'esordio e trattarla con tempestività significa scongiurare gravi conseguenze. Tra i fattori predisponenti noti o ipotizzati della preeclampasia: l'età avanzata della gestante, primiparità, familiarità, nefropatie, ovaio policistico, asma, obesità. Da poco tempo sono state individuate alterazioni immunologiche e coagulatorie e squilibri di sostanze circolanti, quali proteine proangiogeniche, come la endoglina, secreta dalle cellule endoteliale, soprattutto di vasi neoformati.
     
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0 replies since 1/4/2008, 11:38   625 views
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