Valerianella Locusta-Valerianaceae

Coltivazione, origini, proprietà

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  1. acquadimarea
     
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    La Valerianella
    Valerianella Locusta-Valerianaceae




    La valerianella, detta anche dolcetta o valeriana, è una essenza che nasce spontaneamente in Italia ed è generalmente coltivata per le foglie che vengono consumate crude, in insalata.


    Trattasi di pianta erbacea, annuale, che produce fiori bianchi o azzurri che sbocciano in primavera. L'altezza della pianta raggiunge i 30-40 cm e le foglie basali, riunite in una rosetta, sono lunghe generalmente dai 3 ai 7 cm, anche se esistono varietà con foglie di maggiori dimensioni.


    La valerianella è una specie poco esigente, che non richiede particolari cure. Predilige zone soleggiate e terreni ben drenati, ma si adatta anche in posizioni ombrose. Particolare attenzione deve essere posta nell'annaffiatura, da effettuare solo quando il terreno si presenta ben asciutto e nelle ore serali. La semina deve essere effettuata preferibilmente nei periodi invernali, poiché, nel periodo primaverile-estivo, in presenza di giornate con molte ore di luce, è facile che vada a fiore.


    Durante il periodo della coltivazione il terreno deve essere tenuto libero dalle infestanti. Per rendere l'operazione più agevole è opportuno procedere con una semina a file, distanti tra loro circa 15 cm, onde consentire una facile sarchiatura. E' comunque possibile anche la semina a spaglio.


    La valerianella non deve essere confusa con la valeriana (Valeriana officinalis), perenne carnosa con spighe di fiori dal bianco al rosa intenso e fioritura estiva. Trattasi di specie che può crescere fino a raggiungere il metro di altezza, adatta anche a zone fredde, che predilige terreni soleggiati e ben drenati. sono utilizzate prevalentemente per il giardino roccioso e per le bordure.

    Valerianella locusta (L.) Laterr.
    Famiglia Valerianaceae
    Gallinella comune, lattughetta, songino, dolcetta.
    Dial.: grasèi
    il nome del genere è diminutivo di Valeriana; locusta, cavalletta, forse per l’aspetto (o per l’habitat?) simile a quello di tali insetti.

    DESCRIZIONE:piccola pianta erbacea annuale, alta 10-30 cm, con fusto eretto, ramoso-dicotomo a rami divaricati, striato, strettamente alato, talora un po’ peloso e scabro agli angoli. La radice è un esile fittone biancastro. Foglie inferiori in rosetta basale, a lamina oblungo-spatolata, lucida e carnosetta (da qui il vernacolo grasèi), quelle del fusto opposte, lanceolate o ovato-lanceolate, spesso cigliate o con 1-2 denti alla base. Infiorescenza (aprile-maggio) in corimbi densi, con brattee spatolato-lineari, ottuse, cigliate. Calice subnullo, fiori assai piccoli con corolla tubulosa divisa in alto in cinque lobi arrotondati, irregolari, celeste o biancastra. Il frutto è un achenio (2-5 mm) nero, caduco, glabro, lenticolare, un po’ striato trasversalmente. E’ comune in tutt Italia, dal piano fino a 1400 m di quota, frequente nelle stoppie delle colture di cereali, prati, campi, siepi, radure, erbosi, scarpate asciutte; coltivata come insalata e spesso reinselvatichita. E’ pianta indicatrice di limo.

    Le giovani foglie delle rosette basali sono una gustosa verdura tenera, sapida, lievemente acidula che tradizionalmente è presente sulla tavola a Pasquetta, condita con sale, limone e olio buono e mangiata con le uova sode, le patate lesse il salame e l’agnello. Contiene mucillagini, provitamina A, vitamine B, C, PP, sali di calcio e ha proprietà emollienti, antiscorbutiche, leggermente lassative e depurative. La coltura, forse iniziata in Italia, è relativamente recente e sembra risalire al tardo Medio Evo. Ne sono state tratte numerose varietà come “cuore pieno”, a foglie corte, arrotondate e compatte, “rotonda”, a foglie più‘ arrotondate, “verde d’Etamps”, a rosette fogliari più compatte di colore verde scuro. Ricordo che un giorno chiesi ad un vecchio agricoltore se mi potesse indicare dove trovare questa precoce insalatina spontanea e lui mi rispose: <i grasèi i ve so ‘ndo va a polsà le pégore>, ovvero: “cresce dove vanno a riposare le pecore”, cioè nei campi incolti, nei pascoli e nelle radure. Nella “Flora d’Italia” di S.Pignatti sono indicate 16 diverse specie di valerianelle, di aspetto ed ecologia simile e quindi di difficile determinazione, tant’è che le chiavi per il loro riconoscimento si basano essenzialmente sulle differenze morfologiche dei frutti maturi che vanno posti sotto il binoculare, osservati esternamente e, previo loro sezionamento, anche all’interno.

    In cucina:
    Insolita ma gradevole, una salutare e rinfrescante insalatona che si prepara mescolando in parti uguali fagiolini lessati, patate lesse, valerianella e fettine di cavolfiore crudo. Si condisce con sale, limone abbondante, un pizzico di prezzemolo fresco e olio extravergine di oliva.


    Edited by acquadimarea - 12/5/2009, 00:55
     
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    granatiere granitico

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    La Giornata mondiale della lotta contadina sarà il 17 Aprile 2021



    contemporanea alla giornata della locusta patrimonio dell'umanità UNESCO...
     
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